Bryan Cabezas sarà un giocatore dell’Indipendiente de Avellaneda. L’ha annunciato il noto giornalista argentino Jorge Barraza, direttamente dal suo (seguitissimo) account Twitter. Il calciatore di proprietà dell’Atalanta giocherà in Argentina i prossimi 18 mesi. 1 milione la cifra investita dal club “rojo“, altri 3.5 milioni se poi vorrà riscattarlo.
La notizia arriva da una fonte molto attendibile, Barraza è un editorialista di testate molto prestigiose in diversi Paesi sudamericani, come “El Universo” (di Guayaquil), “El Tiempo” (di Bogotá), El Comercio (di Lima), “La Razón” (di La Paz), nonchè autore del più importante libro dedicato alla storia della Copa Libertadores.
La notizia era già nell’aria dopo il clamoroso esito della trattativa con l’Avellino, culminata con una presentazione ufficiale a dir poco incomprensibile. Cose mai viste nella storia di club professionista. E mentre qualcuno continua a parlare del permesso di soggiorno della compagna partoriente, rendendo ancora più buffa una vicenda che ha dell’incredibile, il calciatore fa le valigie e, dopo aver “visitato” frettolosamente l’Irpinia, saluta anche l’Italia. Almeno per ora.
Bryan Cabezas arregló todo de palabra y será jugador de @Independiente Segundo ecuatoriano para los Rojos. Si no me falla el recuerdo, Carlos Luis Morales @CLMoralesB fue el primer futbolista de esa nacionalidad en jugar para los de Avellaneda. pic.twitter.com/I7I4XnrcBz
— Jorge Barraza (@JorgeBarrazaOK) 18 gennaio 2018
#Atalanta le acaba de confirmar a Jorge Guerrero, agente de Bryan Cabezas, que aceptaron la oferta de #Independiente. Llega a préstamo por 18 meses con un cargo de US$1M deducible de la opción de compra que sería de US$3.5M. Lo cuenta @GastonEdul en @TyCSports pic.twitter.com/rQyWmH5d4h
— German Garcia Grova (@GerGarciaGrova) 18 gennaio 2018
Cabezas dovrebbe aggregarsi immediatamente all’Indipendiente de Avellaneda, mentre l’Avellino, dopo la figuraccia, non può che correre ai ripari. Sia per rinforzare un organico chiaramente incompleto che per placare il malessere di una piazza che, ancora una volta, si sente presa in giro.