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Editoriale

Coreografia Avellino-Ternana, riescono a criticare pure quella

Paradossi avellinesi. Con la squadra al primo posto in classifica, c’è sempre qualcuno a caccia della polemica facile. Impossibilitati ad attaccare dirigenza, allenatore e calciatori, visto l’eccellente andamento nelle prime tre giornate, stavolta i soliti noti se la prendono con i tifosi. A finire nel mirino la coreografia di Avellino-Ternana, rea di essere studiata al computer, interpretando alla perfezione il concetto di calcio moderno. Della serie: sta andando tutto troppo bene, bisogna aggrapparsi a qualcosa per – parlando in avellinese – “sfruculiare la mazzarella”.

NON PUNGE. C’è un magazine online che da qualche anno, o meglio da quando l’Avellino è ripartito dalla serie D, non ha perso mai occasione per attaccare in ordine società, squadra, tifosi. Al grido di “questo non è il vero Avellino”, ha sempre voluto rimarcare, in ogni titolo e in ogni articolo (firmato con lo pseudonimo di turno…), la denominazione sociale – A.S. Avellino – che oggi, improvvisamente, non si legge più. Scomparsa da pagine, titoli ed articoli. Si parla di Avellino e basta. Forse perché chiamarla “A.S.” non va più di moda. Un trend facilmente riscontrabile anche tra i quotidiani cartacei locali, a partire dalla lettura delle locandine piazzate davanti alle edicola della provincia.

tifosi curva sud avellino

I SOLITI NOTI. L’articolo sulla coreografia di Avellino-Ternana, oltre a non essere rispettoso nei confronti di chi ha dedicato ore del suo tempo per allestirla ed organizzarla, tende ancora una volta a cercare similitudini col passato. Alimentando (inutilmente) una contesa AS/US di cui la piazza (mai come in questo momento) farebbe volentieri a meno. Si fanno confronti, si cercano spaccature, qualcosa a cui appigliarsi per criticare “questo Avellino”. E se la squadra va bene, apriti cielo…
Questo, d’altronde, solo l’ultimo articolo di una lunga serie, cui seguiranno sicuramente degli altri.
Chi nel campo dell’informazioni nelle ultime stagioni ha intrapreso questa linea non aveva probabilmente calcolato un rapido ritorno dell’Avellino nel calcio che conta e, soprattutto, dell’entusiasmo della piazza. Immaginavano una più lenta agonia dei biancoverdi tra serie D, C2 e C1, potendoci così sguazzare. Sono gli stessi che negli ultimi anni le hanno provate tutte per attaccare l’attuale dirigenza, prendere posizione sul caso Logo e schierarsi apertamente con una parte della tifoseria (tanto da diventarne quasi la fanzine ufficiale), senza mantenere quell’equilibrio che dovrebbe caratterizzare chi ambisce a fare informazione.

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