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Editoriale

Il ruggito del Mister senza presunzione nel suo vocabolario

«A chi mi ha accusato di essere stato di essere stato poco umile a Siena rispondo che la parola presunzione non fa parte del mio vocabolario». Il mister si è un po’ arrabbiato in questa vigilia di Avellino-Carpi: «Voglio inoltre aggiungere che i miei giocatori conoscono tutto degli avversari, comprese le qualità e le mosse di Rosina. Quest’ultimo – precisa il mister – non ha quasi mai fatto male nel primo tempo. Accetto le critiche, ma non credo sia giusto andare negli aspetti tattici più profondi».

linea verde sportE ora come si fa? Il mister – al cui nome è legata questa stessa rubrica – che attacca Marco Ingino, un collega che stimo particolarmente … E io con chi mi schiero? Uhm… Col mister, naturalmente. Lo faccio per due ragioni, anche se, caro mister, le critiche di colleghi seri e obiettivi vanno sempre prese in considerazione. La prima, per ripicca contro Ingino stesso: nel servizio finito sotto la lente di Rastelli, infatti, Marco citava chiaramente un concetto tratto dalla mia rubrica (dimostrando così di essere uno dei tre o quattro che mi leggono) ma ometteva di citarmi. E non si fa! Avevo infatti scritto, nella scorsa Rastrellata, che Siena sarebbe stata la prova di specializzazione dopo l’esame di maturità con l’Empoli e la laurea col Bari. Lui pari pari riprende il concetto e non paga i diritti …

Scherzi a parte, la vera ragione per cui mi schiero con Rastelli è un’altra. Ricordo bene, infatti, quel che disse il mister a “Linea Verde Sport” proprio a Marco Ingino e Titti Festa nella puntata dopo la promozione nel maggio scorso. «Quando un allenatore perde è un coglione, lo so», disse. Dando sostanzialmente del coglione – con molta eleganza, senza dirlo – a chi lo aveva attaccato l’anno scorso, dopo Nocera o dopo Pagani, e in quella stessa occasione, a sorpresa, non lo dimentico, ebbe anche un pensiero gentile. Bontà sua, mi riconobbe che ero rimasto obiettivo, a dargli credito, anche nei momenti più difficili.

Siena-Avellino TifosiPer cui, anche se mi è difficile dissociarmi da un pensiero di Marco Ingino – visto che passiamo intere serate al telefono per confrontare le nostre visioni calcistiche – lo faccio senz’altro, e in questo gioco della Torre virtuale butto giù lui, sperando non si faccia male. Ciò detto ho delle perplessità anch’io, a volte, sulla tempestività delle reazioni del mister quando cambia improvvisamente la fisionomia della gara, fra primo e secondo tempo. Ma l’ho detto dopo Pescara, dove abbiamo pareggiato, e non lo ripeto adesso, approfittando di una sconfitta per molti versi immeritata peraltro. Mi auguro semmai di poterlo ripetere dopo qualche prossima gara che vinciamo.

Facciamo così. Diciamo che domenica all’Artemio Franchi di Siena ha avuto inizio il nostro campionato di serie B. A partita finita, d’altronde, i mille e passa sostenitori bianco verdi giunti da ogni dove – in tanti, compresi noi, quelli venuti dalla Capitale – hanno applaudito i nostri eroi, pur gravemente soccombenti sul campo, e fra essi salutiamo al suo esordio il Pitone Raffaele Biancolino. Poi, dando un occhio alla classifica , ecco la piacevole sorpresa: il campionato appena iniziato già ci lascia in saccoccia già 15 punti.

Guardiamo avanti, allora. A Siena abbiamo solo pagato lo scotto del noviziato, e per fortuna ciò è avvenuto alla nona di campionato, quando la battuta di arresto può essere assorbita nell’ambito un capitolo iniziale che va comunque archiviato come positivo. Anzi, eccezionale, se al conto si potranno giungere i tre punti di oggi sui quali siamo molto fiduciosi, anche se il mister invita, giustamente, a restare cauti. E bene fa il mister anche a chiuder la contesa contro l’arbitro Chiffi.

paolo rossi gol contro avellinoIl co-autore di questa rubrica, Antonello Candelmo, ci ricorda un clamoroso precedente, che con l’aiuto del forum di Pianeta biancoverde è possibile ricostruire nei dettagli. Si era nel dicembre del 1978, l’Avellino perse a “Lanerossi Vicenza” per via di un goal realizzato a tempo scaduto da Paolo Rossi con un compagno in chiaro fuori gioco (non rilevato dall’arbitro Paparesta) con Cesarone Cattaneo fermo a invocarlo. La settimana successiva in tribuna Terminio davanti all’ingresso degli spogliatoi fecero pendere un cappio con il manichino di un arbitro e pagammo per questo una dura sanzione. Ma per fortuna in campo poi vincemmo.

Stavolta, però, la punizione adeguata per l’arbitro mi pare possa essere – invece che la pena capitale – quella più clemente individuata dal vulcanico Michele Criscitiello a Sportitalia, di mandare il belloccio fischietto padovano, che fischia poco e male, da “Uomini e donne” dove potrebbe fare, lì sì, la sua bella figura. Per il resto speriamo che la storia si ripeta come allora, quando, il 17 dicembre 1978, al rientro in casa dopo quell’arbitraggio scandaloso, fu vittoria piena, per 3-1, sull’Ascoli con reti di Mario Piga, De Ponti e Massa (che ricordi!).

Ma veniamo ad oggi. Ci sono due ragioni per essere fiduciosi. Una ce la forniscono quei cori della curva biancoverde senese sul due a zero che sembravano forieri di una gara che sembrava si potesse riaprire. Non è accaduto, ma quegli incitamenti testimoniano, mister, che il verbo “rastelliano” sta passando e dal campo di sposta fino agli spalti: tutti uniti a spingere per questa avventura. La seconda ce la fornisce il capitano “trascurato” Ciccio Millesi (la qual cosa ci procura non poca sofferenza, sia detto per inciso, insieme al mancato impiego di Fez Angiulli). Dopo altri 20 minuti di inutile riscaldamento lo abbiamo visto sotto la nostra curva incoraggiare ad uno ad uno i protagonisti che gli erano stati preferiti, e questo è indice di uno spogliatoio sano, fatto di uomini veri e di sani esempi cui poter guardare, ed è l’altra ragione che ci rende fiduciosi.

massimo-rastelliE veniamo alla formazione, che quest’anno proprio non riusciamo mai ad indovinare. Ci sono quattro diffidati, i tre difensori (Izzo, Fabbro e Pisacane) e il potenziale sostituto (Bittante), e questo crea un problema. Il mister potrebbe quindi decidere di dare un turno di riposo ad Alessandro Fabbro, che non è in perfette condizioni, per evitare di doversi ritrovare con una difesa falcidiata a Cittadella in caso di nuove ammonizioni. Potrebbe quindi toccare a Maurizio Peccarisi, considerate anche le caratteristiche del lungo attaccante Edgar Çani che ben si attagliano al difensore biancoverde. A centrocampo e in attacco dopo il turno di riposo potrebbero rientrare invece Arini e Galabinov in luogo di Massimo e Soncin, con Biancolino infortunato non convocato. Ma molte speranze sono affidate, inutile dirlo, al rientro di Davide Zappacosta che dovrebbe riportare Luca Bittante sulla fascia sinistra. Dunque, la probabile formazione dovrebbe essere la seguente: Terracciano; Izzo, Peccarisi, Pisacane; Zappacosta, D’Angelo, Arini, Schiavon, Bittante; Castaldo, Galabinov.

Forza Lupi!

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