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Editoriale

Lupi, un sogno all’11%

Cari amici,
in certe occasioni forse la Rastrellata ve la potrei anche risparmiare. Basterebbe pubblicare la foto dell’abbraccio fra il grande Paolo Pagliuca e il grande mister, sabato, a fine partita, che dice già tutto su quello che con questa rubrica cerchiamo di dire dall’inizio dell’anno. C’è dentro tutto, l’abnegazione, l’unità, l’amicizia che questa squadra simboleggia per noi. In certi momenti sembra, la nostra, una voce clamante nel deserto, circondata da tante altre voci schiamazzanti sulla squadra che ha mollato, sul mister che non ne azzecca una, su quel giocatore accusato di intelligenza col nemico, sulla società che caccia o non caccia i soldi, sui giocatori che giocano o non giocano a capriccio. Tutti sanno tutto, insomma, e noi lì, con i dieci lettori (arrotondiamo, mi assicurano che ce ne sono altri non conteggiati) a recitare la parte dei creduloni, qualcuno dice pure che c’entra il mio credo religioso, che sarei dunque un visionario che crede ancora alla Befana. Ma mi sa che costoro hanno un’idea sbagliata dei credenti, in realtà chiamati a essere « puri come colombe e astuti come serpenti», se ricordo bene. E ricordo bene. Le “forze del male”, come le chiamo io, credono di avere a che fare o con persone che hanno un qualche interesse contrapposto al loro, oppure con qualcuno che non avendo interesse è un fesso. Che uno possa avere come unico interesse il bene dell’Avellino, della propria città di origine e la stima per un gruppo granitico impersonato dal mister lo mettono pure nel conto, ma pensano che solo dei fessi possano avere questo tipo di impostazione. Vanno in crisi quando beccano la pulizia abbinata a una scaltrezza doppia della loro, loro che pensano di sapere tutto e invece sanno solo quel che fa loro comodo sapere, o pensare di sapere. È in quel caso che non gli tornano i conti e sono costretti a indietreggiare. Per fortuna.

Abbraccio Rastelli e Pagliuca
Nessuna autocelebrazione, sono in tanti ad essere in sintonia con noi nella nostra amata Irpinia, ma siccome mediamente nella vita hanno altro da fare la cattiveria in certi momenti sembra avere campo libero, parlano, anzi schiamazzano solo loro, di qui la nostra idea ad inizio d’anno di fare muro con l’allenatore, attraverso questa rubrica. Non con la persona, sia chiaro, che pure stimiamo tanto, ma con il metodo e i valori di cui è portatore il suo gruppo, che possono solo fare il bene della nostra squadra, al netto di qualche errore come tutti gli esseri umani. Perché in una battaglia polemica contro costoro senza avere alla guida dello spogliatoio una persona con queste caratteristiche la lotta sarebbe impari, neanche varrebbe la pena combatterla. E sarebbe un peccato. Perché sappiamo tutti, e lo vediamo ora, di che cosa è capace la nostra Provincia se prevalgono le “forze del bene”, se prevale la voglia di fare, sulla voglia di dispensare nefandezze da parte di pochi (ma con troppa gente disposta a crederci, purtroppo, in buona fede).
Dunque, ci siamo. Dopo la vittoria con lo Spezia siamo tutti tornati convinti che la squadra non è in vacanza, non sulle gambe, non venduta, non in lite per i premi, etc. etc. Vedo tutti convinti del fatto che sia tornata la squadra di inizio campionato, ma io voglio dire di più: una squadra così (con questi Galabinov e Schiavon, con Togni in cabina di regia) è ancora meglio di quella, c’è solo da attendere un ulteriore salto di Zappacosta, appena nominato miglior difensore del campionato. E allora sì che ne vedremo delle belle.
Date un’occhiata alla splendida foto del “branco” immortalata sabato da Giovanni Ragosa. Questo è il “branco” di Rastelli, un unico gruppo fatto di titolari, riserve, staff tecnico.

Calciatori Avellino in cerchio

Pentitevi voi che siete caduti in dubbio e avete fatto come San Tommaso: avete creduto solo dopo aver visto, ironizzando contro chi li difendeva ancora. Perché, appunto, se l’hanno fatto santo, San Tommaso, dopo tanta diffidenza vuol dire che non ha peccato più dopo aver visto ha creduto, una volta per sempre. Ecco fate anche voi così!
Si tratta di una bella avventura, questa, che non avevamo messo nel conto, da vivere tutti insieme, con un pizzico di sano compiacimento – anche se non credo nell’odio sportivo – per i cugini che masticano amaro nelle categorie inferiori.

La notizia è una, ora: non è vietato parlare di serie A. Lo dico e lo confermo. Prima il mister poteva vietarcelo perché c’era in ballo una salvezza ancora da conquistare, ora che peccato c’è, mi dite, a sognare? Secondo miei calcoli approssimativi, ma vi assicura con una certa base di fondamento, con la vittoria di sabato siamo passati da 5 possibilità su cento di salire a 11 per cento, e se vinceremo con il Trapani passeremo probabilmente a 17, anche perché condanniamo un’altra potenziale concorrente. Io non faccio previsioni, e vi assicuro che se non dovesse succedere niente da parte mia saranno solo applausi a scena aperta, ma con tanta gente che si gioca una possibilità su un milione di vincere al lotto volete che io non mi gioco queste 11 possibilità di ritornare ragazzo 17enne sui gradoni di Genova? Vi ricordo che questa squadra che ormai era “finita”, stando a quello che molti sostenevano, ha fatto 7 punti nelle ultime 4 partite, e l’unica sconfitta l’ha patita contro un grande Cesena con quell’ingiustizia della mancata espulsione sullo 0 a 0 che tutti conoscete. Voglio dire: qua non si tratta più solo di dire che siamo rientrati in corsa per i play off, si può anche presagire con valide argomentazioni che la squadra ci arriverà carichissima, e come abbiamo detto spesso squadre in giro migliori di noi non se ne vedono oppure stanno dietro (vedi il Siena) quasi tagliate fuori per ragioni varie, soprattutto le penalizzazioni.
Allora, se permettete, al lavoro cerco di finire appena possibile (sabato si è festeggiato, come documenta la foto) e corro al pub, perché vorrei ripetermi in notturna, con il nostro beneaugurante striscione che campeggerà come al solito dalla Terminio sopra l’ingresso degli spogliatoi grazie all’ennesima mattata mordi e fuggi del nostro blogger itinerante Pellegrino Marinelli.

Foto Avellino Club Roma
La formazione non è facile, ma quasi quasi da un po’ mi fa piacere di sbagliarla a questo punto, come per dare il mio piccolo contributo al fattore sorpresa del mister. Che capolavoro, sabato, con l’inserimento di Decarli e D’Angelo che nessuno si aspettava! In pochi hanno sottolineato il grande lancio che il Guerriero di Ascea ha fatto per Schiavon sul primo goal, prevedo conferma per lui, con un forte dubbio invece per Ladriere, ruolo per il quale vedo in leggerissima prevalenza Ciano in chiave di turn over. Per il resto Bittante per Zappacosta squalificato mi sembra scontato e anche Izzo che si riprende il suo posto.
Dunque. SECULIN, BITTANTE, IZZO, FABBRO, PISACANE, D’ANGELO, TOGNI, SCHIAVON, CIANO, CASTALDO, GALABINOV.
Forza lupi, e ricordate: sognare non è vietato dalla legislazione vigente.

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